miércoles, 18 de febrero de 2015

LA META ES EL CAMINO A SEGUIR EN ITALIANO





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LA META ES EL CAMINO A SEGUIR EN ITALIANO

Traducción: Montse Font Sureda



Il traguardo è la strada da seguire


Autrice: Toñy Castillo
Dipinti Toni Uceda
Illustrazioni bambini e giovani Reparto Ospedaliero
Dott. Antoni Cambrondì HUAVLL


Ciao mi chiamo Toñy, sono una professoressa e mi piace scrivere favole e raccontare storie ai miei allievi. Molto tempo fa, mentre ero nella mia scuola una bambina mi regalò una luna e l’ho appesa al muro, ma a volte … la Luna scende e si siede assieme ai bimbi e ai giovani per renderli un po’ più felici raccontandogli una favola.
Dedicato al sacerdote Angel Escales, per tutti i valori che ogni giorno predica attraverso il suo esempio, a Jorge Mario e a Francesco per essere l’esempio.








Favole della Luna


L’autrice Toñy Castillo Meléndez è Dottoressa dell’Università di Lleida, Laureata in Scienze Umanistiche e Professoressa Specializzata in Pedagogia Terapeutica. La sua attività come docente si svolge nel Reparto Ospedaliero dott. Antoni Cambrodì dell’Ospedale Universitario Arnau de Vilanova di Lleida. Consulente di temi educativi da parecchi anni si dedica alla elaborazione di materiali didattici su diverse patologie.


In questi lavori, esamina l’educazione come un fatto integrale dove la pedagogia e la salute diventano imprescindibili per favorire l’attitudine positiva del bambino/a nel suo trattamento. Scrive pure favole per bambini cercando di avvicinare cultura e tradizione.




Antoni Sierra Uceda è tecnico Superiore in Arti Plastiche e Disegno con la specializzazione d’Arte applicata alla Scultura.
Si dipinge quello che si perde.
Si dipinge quello che è là, in quel posto.
Si dipinge quello che potrebbe essere lì.
Si dipinge quello che si sente.
Ciao sono la Luna e nei miei viaggi nel firmamento fra le stelle sono rimasta vicino ad un pianeta chiamato Terra. Sostenuta nel cielo, rimango allo stesso tempo vicina e lontana per poter osservare l’andare e il venire dei suoi abitanti e, in questo modo, illuminare nella notte, strade, marciapiedi e aneliti.
La notte scorsa sono rimasta in una grande Piazza, vicino a tante colonne, molto alte che arrivavano al Cielo e tra di loro, osservavo a persone che si alzano molto presto per dedicare la propria giornata agli altri.
Zitti, zitti, si sente questa storia ….




Al tramonto, Mario rientrava stanco dal lavoro. Era emigrato dall’Italia verso un paese sulla rive dell’Atlantico. Era un uomo che lottava per difendere i valori di una società giusta e, un giorno, lasciò la terra in cui era nato per prendere una nave che lo portasse in un posto nuovo dove l’aria era buona e qui si fece una famiglia mentre lavorava tra binari e treni.
Ed è stato là, in Argentina, nel quartiere portuale di Flores, dove il giorno di Natale festeggiò la nascita del suo primogenito, diventando un genitore che seppe riempire d’orgoglio gli occhi del figlio.
Come a qualunque bambino, a suo figlio Jorge, le piaceva stare assieme ai suoi amici. Aveva un carattere amabile, i suoi occhi vivaci lo tenevano attento a tutto quello che succedeva attorno a lui. Pensava sempre che gli amici erano molto importanti nella vita, che non si poteva vivere senza di loro, che si doveva avere cura di loro per condividere i buoni e i brutti momenti … Addirittura, quando si arrabbiava con qualcuno, lui subito pensava il modo per risolvere il fatto e, se aveva sbagliato … chiedeva subito scusa! Rapidamente si ritornava a giocare insieme e in questo modo … passavano dall’essere tristi a condividere sorrisi.




Fu così, che piano piano, ogni giorno fece sempre più conoscenza di nuovi amici … Cert’uni portavano le scarpette molto costose … altri molto modeste … c’erano altri che le portavano rotte perché non potevano comprarsene un paio nuove, ma a tutti piaceva giocare a pallone e facevano il tifo per una squadra chiamata San Lorenzo. A ciascuno di loro, Jorge donava durante il giorno tutto l’affetto che la sua anima accumulava di notte nei sogni.
Jorge aveva quattro fratelli e siccome era il maggiore, doveva stare molto attento a loro. Considerava una grande gioia avere i fratelli vicino a lui per aiutarli a crescere nella consapevolezza di vivere in un focolare dove il rispetto li rendeva forti, dove studiare li faceva diventare colti e dove … tutte le persone, abitassero o meno in case grandi o piccole, erano trattate allo stesso modo. Per questo motivo, lui aveva molti amici, perché non dava importanza se i loro genitori avevano o meno macchine lussuose, camminavano a piedi o non avevano i soldi per prendere l’autobus e se dovevano guardare da fuori dello stadio di Almagro, i loro idoli del pallone.






Era un buon studente, ascoltava attentamente i professori, era un allievo diligente a scuola e non solo per obbligo ma perché aveva capito già da molto piccolo che la conoscenza ti rende saggio, soprattutto se mentre la impari applichi i valori come il rispetto, la sincerità e l’onestà agli insegnamenti stessi.
Leggeva molto e con i racconti del gran maestro Borges, diventò adulto.
Un pomeriggio passeggiava nel parco di Almagro, la sua città, si sedette in una panchina accanto a un signore anziano che salutò:
- Salve, buon giorno.
- Buon giorno – rispose il signore dai capelli brizzolati, gli occhiali e dal volto gentile.
Jorge tirò fuori un libro di racconti e si mise a leggere:
- Cosa leggi? – chiese l’uomo.
- Un poema, si intitola “Il sogno”.
- E di cosa parla questo poema?






Jorge iniziò a leggere a voce alta anche se appena conosceva quella persona.
- Ahhh! Desideri essere ricco? – aggiunse con ironia l’uomo.
- Si certo, ma di amici, di famiglia, di semplicità – rispose Jorge.
- Ma non ti piacerebbe avere molti soldi?
- Si, se con quelli riuscissi a creare un mondo più giusto dove non esiste lo scandalo della povertà.
Quelle parole di Jorge illuminarono il volto del amico appena conosciuto, disegnandovi un sorriso di consenso.
- E, ti piace alzarti presto?
- Certo, perché ogni istante della giornata cerco d’impiegarlo per urlare giustizia.
- Hai buoni propositi, vero?
- Si vero, credo nella gente e lotto per l’uguaglianza.
- E’ bello. E tu, che cosa sogni?
- Sogno con un nuovo ordine sociale, con un no alla violenza e un si al rispetto e alla convivenza in pace.
- Ma avrai anche dei sogni di benessere o di fortuna, no?




- Si … ma per tutti nella stessa misura, un mondo umano dove si mettano in gioco tutti quanti.
- E se tu potessi scegliere un sogno, quale sceglieresti?
- Quello di predicare con l’esempio.


In quell’istante, il signore gentile si alzò dalla panchina lasciando su di essa una semplice tonaca bianca. Jorge prese quell’indumento con le sue mani e ricordando gli insegnamenti di suo padre Mario, si provò la tonaca sopra i suoi vestiti. In essa, apparirono molte immagini vissute e migliaia di sogni da realizzare per aiutare. Jorge rimase a pensare alle tante persone bisognose di un mondo migliore. Si sistemò una fascia sopra la tonaca senza ulteriori ornamenti se non che i suoi valori e, senza altri gioielli che due pezzi di legno uniti, si guardò allo specchio della vita e decise di continuare a vivere per gli altri. Voltandosi, un amico lo chiamò Jorge e migliaia di persone lo acclamano Francesco.



Da quel giorno e da tutti i giorni che fanno parte della sua vita, Francesco continua ad essere il bambino e l’uomo che percorrendo il sentiero dei suoi predecessori non cancella i sogni, perché la sua vita è una realtà condivisa, perché non è arrivato al suo traguardo, perché il traguardo è la strada da percorrere.


E io, la Luna ti consegno a te che mi stai leggendo un pezzo di vita dedicata agli altri, un esempio dove gli specchi ci riflettano e nel fra tempo, i nostri sogni - come disse il grande Borges - siano molto più che trucchi nella notte … e proprio per questo, desidero ringraziarla Angel, così come a Jorge e a Francesco perché ci insegnano i veri valori quando spunta il giorno.


I bambini e le bambine del reparto Ospedaliero Dott. Antoni Cambrodì dell’Ospedale Universitario Arnau de Vilanova di Lleida e l’Associazione di Volontari di “La Caixa” Lleida ASVOLCALL hanno reso possibile questo sogno. Grazie, grazie mille.



Toñy Castillo Meléndez

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